01/04/2024

Gli ascolti di...marzo 2024

No, non è un pesce d'aprile, sto veramente scrivendo gli ascolti di marzo in questo giorno. Bentornati su queste pagine, caprini e capretti...questo è pure il primo "gli ascolti di" che scrivo nativamente su Blogger, almeno a sto giro non devo fare il port a mano, mannaggia ai siti che non ti rendono la vita facile.
In ogni caso, al solito vi ricordo di entrare nel canale Telegram per sapere di più su alcuni ascolti "rapidi" tipo singoli o robe vecchie, e per vedere i miei memini cretini. Poi per il resto vorrei resuscitare l'account Instagram della Voce del Caprone (EDIT: lo cancello che mi ha fatto incazzare troppo sto social di merda, seguitemi sul mio principale) sempre in tono completamente memistico e cretino, anche se non arriverò mai ai livelli di pagine geniali tipo Cettina Wave, Leviatano Lunare, Spinn.it e Nera Figlia dell'Oscurità Memetica. Ah, se volete c'è pure Ko-Fi per le donazioni libere, che magari in un futuro prossimo potrei pure pensare di comprare un dominio...

Brodequin - Harbinger of Woe (🐐)

Genere: Brutal Death Metal

 
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Il dipinto è "Il martire del fanatismo" di José de Brito

Devo ammettere che non sono un grande fan del Brutal Death, a lungo andare mi annoia…eppure qualche eccezione c’è: per esempio i Brodequin, trio americano che va dritto al sodo con tonnellate di ignoranza e violenza, e che sono tornati dopo ben vent’anni con questo nuovo Harbinger of Woe. Già l’iniziale Diabolical Edict ha spettinato i miei non capelli, e sono rarissimi i momenti di “calma” tipo il coro gregoriano in Theresiana o il momento melodico (melodia!? dai Brodequin!? perché no!) nel primo, spettacolare, singolo Of Pillars and Trees. Insomma, Harbinger of Woe non è un disco, è il martello automatico inventato da Homer Simpson ma moltiplicato per mille. Bentornati fratelli Bailey, e speriamo di non dover attendere altri vent’anni per ascoltare una roba così tritaossa.
 

Cantique Lépreux - Le Bannissement (🐐)

Genere: Black Metal

 
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Il dipinto è "Romantische Mondlandschaft mit Wanderer" di August Piepenhagen
 
Ah, quanto amo il métal noir québécois: una delle mie scene black preferite insieme a quella pazzissima dei Paesi Bassi. E quindi non potevo non ascoltare il nuovo Cantique Lépreux, che parte subito con il riff di Le Ravissement che è gelido e malinconico come solo i canadesi del Québec (e i norvegesi di Sogndal) riescono a traslare in musica. Dalle note si legge che Le Bannissement racconta della storia di una giovane ragazza che viene mandata in esilio verso terre selvagge, e che nonostante le avversità della natura, riesce a tagliare i ponti col passato e a sentirsi libera proprio grazie a questa natura incontaminata. Un disco veramente eccezionale, che pur non raggiungendo le vette epiche di Thèmes Pour la Rébellion dei Forteresse (dove, fra l’altro, qui troviamo Matrak al basso e Cadavre alla batteria), disco oggettivamente inarrivabile per tantissimi se non per tutti, tocca le corde giuste e merita assolutamente un ascolto. Gran disco, stupendo come tutta questa piccola scena québécois, una delle cose migliori successe al Black Metal da tanti anni.
 

Coffin Storm - Arcana Rising

Genere: Heavy/Doom/Thrash Metal

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Copertina a cura di Maciej Kamuda

Disco che è uscito completamente dal nulla, e immagino la genesi di questo progetto Coffin Storm: ci sono Fenriz (persona a cui voglio un bene dell’anima), Apollyon e Bestial Tormentor che magari si vedono in una hytte (la classica casetta in mezzo alle montagne tipica della Norvegia), un po’ di cibo, tanto alcool e jam dedite al cazzeggio puro. Sono SI CU RO che il gruppo si è formato così. In ogni caso, hanno tirato fuori sto Arcana Rising, disco Heavy/Doom mi ha ricordato un vecchio progetto del Fenriz solista: quei tre pezzi di Fenriz’ Red Planet pubblicati secoli fa in uno split con Nattefrost. Pezzi superfighi di puro Doom “old school”, un po’ come quelli di Arcana Rising, seppur meno interessanti. Diciamo che questo disco, visto sotto gli occhi del cazzeggio da parte di tre ultraquarantenni norvegesi, è pure grazioso, ma finisce lì. Diciamo che un’ascoltata gliela darei, ma non aspettatevi robe stellari, ecco.
 
 

Convulsing - Perdurance

Genere: Black/Death Metal

 
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La copertina è "Friend & Lover" di Joshua Christie/Jay White Art
 
Death Metal dissonante?
Australia?
Capite subito perché mi interessa questo disco del polistrumentista Brendan Sloan, arrivato al terzo disco dopo Erata del 2016 e Grievous del 2018. Il nostro è molto vicino alle sonorità tinte di progressive dei “vicini” Ulcerate, ma anche di certo Death “colto” come Gorguts e Dodecahedron, ma vi dirò di averci sentito anche certo Djent moderno (più Car Bomb che Meshuggah) nella produzione e nel suono in generale, e si sente già dall’iniziale Pentarch, ma soprattutto su Inner Oceans, forse il mio pezzo preferito dell’intero Perdurance. Un disco che consiglio a chi è avvezzo a certe sonorità estreme, non è un ascolto immediato, anzi, però per essere un lavoro fatto da un singolo polistrumentista è veramente buono. E in più è anche in name your price.
 

Daevar - Amber Eyes

Genere: Doom/Stoner Metal

 
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Copertina a cura di Caspar Orfgen

Li avevamo beccati lo scorso anno in occasione del loro primo disco, Delirious Rites, e ora sono tornati i tedeschi Daevar, trio Stoner/Doom capitanati dalla cantante/bassista Pardis Latifi, con il loro secondo disco Amber Eyes…ma prima voglio fare un incipit: nel mondo dei videogiochi, quando esce un titolo che richiama fortemente un titolo influente del passato più o meno recente si usa aggiungere il suffisso “-like”, come per esempio “roguelike” o “soulslike” per dirne due. Ecco, con i Daevar permettetemi di inventare il termine “Windhandlike”, perché non ho altro modo per descrivere la proposta musicale degli amici tedeschi. Non è un dispregiativo, attenzione, è solo una constatazione nel vedere gruppi come loro ricalcare Dorthia Cottrell e soci nella forma canzone, anche se molto spesso si rischia di scadere quasi nel plagio. Detto questo, Amber Eyes non è nemmeno un brutto disco, anzi, le canzoni con i riffoni scapoccioni ci sono…però insomma, vorrei anche un po’ più di personalità. Belli i Windhand, ma non è che tutti i gruppi Doom/Stoner con voce femminile debbano imitarli eh.
 

Early Moods - A Sinners Past

Genere: Doom Metal

 
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Copertina a cura di...non si sa

A due anni dal debut omonimo, tornano i californiani Early Moods con il loro secondo album A Sinners Past. Come scrive il chitarrista Eddie Andrade, andare in tour con due leggende del Doom come Candlemass e Pentagram li ha davvero rinvigoriti, e si sente già dalle prime note dell’iniziale Last Hour. Questo disco mi sembra molto più Doom-oriented rispetto al precedente, e questa è sempre un’ottima cosa dal mio punto di vista.: i riffoni ci sono, c’è anche una certa epicità, come nel caso della titletrack o in Walpurgis, tutto giusto. Bene così.
 

Ecclesia - Ecclesia Militans (🐐)

Genere: Doom Metal

 
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Copertina a cura di...non si sa

Dopo quattro anni dal debut De Ecclesiæ Universalis, dischettino di Epic Doom molto grazioso, tornano i francesi Ecclesia con Ecclesia Militans. Dalla descrizione vengono citati i sempre eterni Candlemass, i Solstice e i Black Sabbath dell’era Tony Martin (dei quali lavori sono stati recentemente ristampati, per fortuna), tutte influenze giuste e gliele sento pure, soprattutto a livello vocale Arnhwald R. è smaccatamente Martin…ma, esattamente come il debut, continuo a dire che la maggior influenza dei nostri sono i Ghost, soprattutto quelli più pesanti degli inizi, Opus Eponymous in primis. Detto questo, al contrario dei Daevar che dicevo prima, i francesi sono capaci di prendere questo calderone di influenze e creare un sound ed un immaginario credibilissimo fatto di inquisizione, caccia alle streghe e agli eretici. Pezzi come If She Floats o il singolo Et Cum Spiritu Tuo sono da heavy rotation nelle radio rock, e non mi sorprenderebbe vederli diventare un nome richiesto nei grandi festival europei e non. Teneteli d’occhio.
 
 

Funeral Oration - Antropomorte (🐐)

Genere: Black Metal

 
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Il dipinto è "Matteo 8, 49" di Fritz Aigner

Marzo è il mese del ritorno di certi nick storici, come vedremo anche più avanti: ora è il turno del nuovo Funeral Oration, band italiana formata nel 1989 e tornata dopo lo scioglimento del 1996, subito dopo aver dato alle stampe il debutto Sursum Luna. Dei membri originali sono rimasti solo Luca La Cara alla chitarra e tastiere, e The Old Nick alla voce, mentre in questo disco abbiamo Iblis degli Handful of Hate al basso e David Folchitto degli Stormlord alla batteria. Come si legge nelle note del disco, molti pezzi sono ispirati da varie opere occulte e anticristiane, come “La morte embaumée” di Rollinat che viene tradotta da The Old Nick e adattata come testo di Amor Obsessio, o “Lilith” di R. De Gourmont per Il Serpente della Genesi. Un lavoro veramente interessante, Antropomorte potenzialmente potrebbe finire nel listone dei migliori dischi dell’anno oltre ad essere uno dei migliori dischi italiani di questo 2024. Troppo troppo bello, mentre lo ascoltavo ho reagito come Zidane al gol di Bale nella finale di Champions contro il Liverpool.
 

Gardenija - Mostra dell'Arte Degenerata (🐐)

Genere: Experimental Black Metal

 
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Copertina a cura di...non si sa

Non conoscevo il progetto Gardenija, e appena ho letto di Mostra dell’Arte Degenerata sulle pagine di Aristocrazia Webzine mi sono detto “hmm, Black Metal dissonante e vengono citati Deathspell OmegaPlebaian Grandstand? Interessante!” …poi, facendo mente locale, ho visto che è un progetto di Raffaele Galasso con Tristu alla batteria, che avevamo già incontrato nel debut dei Fiori del Male, e quindi tutto torna! Ma parliamo della musica, che di roba interessante ce n’è: Mostra dell’Arte Degenerata è uno di quegli ascolti “pazzi” che mi fanno drizzare le orecchie e che probabilmente il 90% delle persone schiferebbero derubricando tutto in rumore. In barba alla forma canzone, i due brindisini danno spazio a tutta la loro follia creativa, richiamando davvero progetti come i già citati Plebaian Grandstand ma anche i Mastery di quel matto di Steve Peacock. Se amate la frangia più sperimentale del Black Metal, questo disco è tutto per voi.
 

Iron Firmament - Draconic Atavism (EP) (🐐)

Genere: Raw Black Metal 

 
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Copertina a cura di...non si sa

Dopo soli due mesi mi tocca parlare di nuovo degli Iron Firmament. Draconic Atavism è un EP che segue l’ottimo self titled del quale ho già parlato negli ascolti di gennaio, ed esattamente come il full è un ottimo disco di Raw Black battagliero, in primis vi segnalo l’accelerazione finale di Compendium Pages Black, ma anche la lunga ed epica The Hunt. Zitti zitti quatti quatti il duo formato da Krieger e CSZ sta diventando un nome da tenere d’occhio.
 

Kim Gordon - The Collective (🐐)

Genere: Experimental

 
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Copertina a cura di...non si sa
 
Ammetto di essere un po’ di parte nel parlare di The Collective, secondo disco da solista di Kim Gordon giunto cinque anni dopo No Home Record. I Sonic Youth sono uno dei miei gruppi preferiti in assoluto, e lei assieme a poche altre (tipo PJ Harvey, per esempio) è il manifesto della rocker per eccellenza. E trovo incredibile che alla veneranda età di 70 anni riesca pure ad andare virale sulla piattaforma giovane per eccellenza, TikTok, con il primo singolo BYE BYE, commistione tra no wave/noise e rap che sembra un pezzo che avrebbero potuto scrivere collettivi come Death Grips e Dälek. E proprio i primi mi sembrano l’influenza maggiore della nostra, i beat noise sembrano davvero quelli che avrebbe partorito Zach Hill, ma pure Rico dei nostrani Uochi Toki. E ribadisco come sia pazzesco che una settantenne suoni più moderna di tanti artisti che potrebbero essere suoi figli o nipoti: Kim, grazie di esistere.
 

Lunar Spells - Sacraments of Necromantical Empires (🐐)

Genere: Black Metal


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Copertina a cura di...non si sa
 
Terzo disco per i greci Lunar Spells che, a dispetto della provenienza, suonano un Black Metal superfreddo e ispirato dalla scena finlandese, Satanic Warmaster in primis. E si sente già dai primi minuti dell’iniziale Eerie Nocturnal Shades, che ha fatto abbassare di almeno 10° le temperature nella mia stanza, salvandomi dall’orribile calore siciliano. Di questo disco, a parte l’atmosfera gelida e buia, apprezzo anche la registrazione volutamente grezza, che secondo me in questo tipo di dischi da quel tocco in più a livello atmosferico e di immedesimazione. Sacraments of Necromantical Empires inventa non zero, meno di zero…eppure è un buonissimo disco di Black Metal grezzo, e data la freddezza del sound credo sarà una delle mie ancore di salvezza per l’ormai imminente (sic) estate.
 

Merrimack - Of Grace and Gravity

Genere: Black Metal


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Copertina a cura di Belial Necroarts e Opposition Artworks
 
Avevamo visto A.K. lo scorso anno prendere parte a quel capolavoro che è Pleonectic dei Neo Inferno 262, ora è il momento di parlare di Of Grace and Gravity, nuovo disco dei suoi Merrimack arrivato dopo 7 anni dal precedente Omegaphilia. Mi è piaciuta molto Dead and Distant Clamors, pezzo con degli ottimi riff, e soprattutto la strumentale finale Embalmer’s Wine: in generale questo è un disco di buon Black Metal moderno e anche discretamente melodico. Nulla di trascendentale, ma un buon ascolto “secondario”.
 

Midnight - Hellish Expectations

Genere: Black/Speed Metal


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Copertina a cura di William Lacev
 
Lemmy Kilmister non è più tra noi, ma c’è chi porta avanti il suo spirito, tipo gli americani Midnight, che non sono altro che una versione sporcata di Black dei Motorhead. Hellish Expectations arriva dopo due anni dal precedente Let There Be Witchery, ed è esattamente il disco che vi aspettate: rozzo e bastardo, ma dannatamente divertente. Fra l’altro stranissimo che venga considerato come un full, visto che dura 25 minuti e rotti…ma vabè, dettagli: alzate il volume e dateci giù di headbanging.
 

Mütiilation - Black Metal Cult

Genere: Black Metal


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Copertina a cura di...non si sa
 
Ecco, QUESTO è un ritorno che non mi aspettavo minimamente: i Mütiilation di Meyhna’ch. A sto giro niente copertina con il mobiletto settecentesco della zia Caterina (probabilmente comprato al mercato di Joppolo Giancaxio nel 1974, ma spacciato per tale), ma una robaccia generica col Bafometto del tempio satanico di Salem nel Massachussetts. Ma vabè, non giudichiamo un’opera dalla copertina, siamo metallari dopotutto; Black Metal Cult è sicuramente un buon disco di Black Metal vecchia scuola, ma sono altre le uscite che mi fanno saltare dalla sedia. Però sono comunque contento del ritorno di un progetto storico.
 

Pâlefroid - L'Appel

Genere: Black Metal 


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Copertina a cura di Joanna Maeyens
 
Secondo disco del misterioso progetto francese Pâlefroid (davvero, non si sa chi ci sia dietro) uscito per la Antiq Records che negli ultimi anni sta facendo uscire un bel po’ di chicche (Véhémence su tutti). L’Appel è su quei binari lì: Black Metal a tematiche medievali che però manca dell’epicità e della varietà dei colleghi di label. Si parte molto bene con L’Impie, pezzo molto bello, ma dopo un po’ tira un po’ la corda, nonostante i bei riff. Tutto sommato questo è un buon disco a cui manca quel guizzo in più per meritarsi una capretta: bene ma non benissimo, insomma.
 

Riitasointu - Pedon Leikki

Genere: Folk Black Metal


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Il dipinto è Palokärki di Akseli Gallen Kallela
 
Prima fatica per i Riitasointu, progetto di Jesse Virtanen e Kasper Leppänen dei Before Eternity. Cambio di rotta rispetto al Death Metal della band madre, Pedon Leikki è il classico Folk Black Metal di stampo scandinavo, per intenderci tipo gli Storm o i connazionali Havukruunu. Sono anche felice che ultimamente questo sottogenere stia avendo una sorta di riscoperta, visto che è uno dei miei “gusti” preferiti della variegata gelateria Black Metal, come per esempio su Telegram citavo Wierde dell’olandese RVR (che purtroppo non sta per Robin Van Rersie), solo che quello era praticamente una copia carbone di Nordavind degli Storm, seppur buonissima…invece Pedon Leikki ha più personalità: mi piace l’idea di prendere le poesie di Aleksis Kivi e traslarle in musica. I pezzi hanno il classico flavor finnico, quindi potenti, epiche e melodiche allo stesso tempo. Un buonissimo debut di un progetto da tenere d’occhio.
 

Squarepusher - Dostrotime

Genere: IDM/Acid Techno


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Copertina a cura di...non si sa
 
Con l’arrivo della primavera arriva anche, e completamente dal nulla, un nuovo disco per il buon Tom “Squarepusher” Jenkinson, a quattro anni dal per me ottimo Be Up a Hello. Così come il predecessore, Dostrotime è caratterizzato dal grande ritorno all’Acid Techno/IDM di quel decennio eccezionale per la musica elettronica che sono stati gli anni ‘90: il singolo Wendorlan mi era piaciuto molto con quel mood da Wipeout 2097 che, mannaggia alla Sony, non avremo mai più. Dostrotime però lo trovo leggermente inferiore rispetto al predecessore, è comunque un buon disco di elettronica acidosa, ma gli mancano i pezzoni proprio da Wipeout 2097 tipo Nervelevers o Vortrack. Solo per fans accaniti.
 

Udåd - Udåd

Genere: Black Metal


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Copertina a cura di...non si sa
 
A Thomas Eriksen non basta il buon lavoro fatto con i Mork (se non li avete mai sentiti recuperate Eremittens Dal), ma vuole raddoppiare con il suo nuovo progetto Udåd. Siamo sempre in territori Black Metal, ma rispetto alla band “madre” il sound è molto più grezzo e oscuro: come si legge nelle note, Thomas ha voluto quasi omaggiare il sound primitivo della second wave dei primi anni ‘90, con una registrazione volutamente rozza e lo-fi. Sembra paradossale, visto che si parla di un progetto ancorato alle radici del passato, ma Udåd l’ho trovato una boccata d’aria fresca rispetto ai Mork: ogni tanto è giusto staccare la spina della modernità e riabbracciare quel senso di ruralità dei tempi che furono. Udåd per me è esattamente questo, un disco abbastanza ispirato di buon Black Metal come si faceva una volta.
 

Verwoed - The Mother

Genere: Black Metal


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Copertina a cura di Joost Vervoort
 
Terzo disco per il progetto Verwoed di Erik Bleijenberg, che avevo conosciuto ai tempi con il bel debutto De Val. Che poi leggo che alcuni dei testi e musiche di Erik per The Mother risalgono addirittura al 2018, quindi pure prima del debut. Disco che suona tremendamente “olandese”, essendo quel Black Metal totalmente non convenzionale, che però non mi ha fatto balzare dalla sedia…è un buon disco di Black Metal “strano”, ma i Paesi Bassi hanno dato di meglio
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp
 

E abbiamo finito con questo lungo listone marzolino...al solito, prima di lasciarvi, vi dico un po' di dischi in uscita per aprile: Antichrist Siege Machine (War Metal), Diabolic Oath (War Metal), Fluisteraars (Post-Black Metal), Full of Hell (Powerviolence/Grindcore), Iron Monkey (Sludge/Doom Metal), Kawir (Pagan/Black Metal), Korpituli (Folk Black Metal), Týr (Progressive/Folk/Viking Metal), Vøidwomb (Black/Death Metal).
Ci si vede fra un mesetto, o anche prima: statemi bene, capretti!

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