13/03/2024

Gli ascolti di...febbraio 2024

Amici caprini e capretti, benritornati su queste pagine. E benvenuti agli “esodi” di Substack, che ho ufficialmente chiuso giusto qualche giorno fa. Noterete che ho leggermente cambiato il titolo della rubrica, visto che ora includo pure i dischi che non mi sono piaciuti…d’altronde mica si può parlare solo delle cose belle no?

Prima di cominciare, al solito vi ricordo di entrare nel canale Telegram per avere qualche piccola anteprima e qualche memino scemo. Ed eventualmente se volete supportarmi con una donazione una tantum c’è sempre il mio Ko-Fi. Detto questo iniziamo con la carrellata dei dischi di febbraio, che è uscita un botto di roba!

 

Aureole — Alunarian Bellmaster

Genere: Atmospheric/Ambient Black Metal

Copertina a cura di…non si sa, forse dello stesso Soroka?
Instancabile Markov Soroka: quattro progetti, tutti interessanti, e ora tira fuori il terzo disco di Aureole, il suo progetto Atmospheric Black con forti influenze ambient. E fortemente ambient è Alunarian Bellmaster, che nelle parole dello stesso Soroka, è un disco stilisticamente diverso dal precedente (e buonissimo) Aurora Borealis. Infatti ricalca molto di più il primo disco, Alunar, e si sorregge sull’uso dei sample di 30 campane diverse registrate dall’autore. Un concept album probabilmente non per tutti, ma non per questo poco interessante, anzi…lo consiglio a chi ha voglia di sentire qualcosa di concettualmente diverso e ispirato ai lavori di certe sperimentazioni più vicine ai lavori di Popol Vuh.
Potete acquistarlo dal Bandcamp di Markov Soroka stesso
 
 

Borknagar — Fall

Genere: Progressive Viking/Folk/Black Metal

Copertina (bellissima) a cura di Eliran Kantor
Ringalluzziti da una doppietta di ottimi dischi quali Winter Thrice e (soprattutto) True North, tornano i Borknagar, nome storico di certo Viking/Black “progressivizzato” di metà anni ’90. Perso il buon Vintersorg, alla voce è rimasto l’altissimo, purissimo, levissimo ICS Vortex, qui autore di un’ottima prova vocale, aiutato dall’altrettanto ottimo Lars Nedland AKA Lazare dei Solefald. In generale Fall conferma l’ottima forma dei nostri, con alcuni pezzi veramente eccezionali (Summits e Stars Ablaze su tutti), pur non arrivando agli altissimi picchi del precedente…ma i Borknagar sembrano vivere una seconda vita, e di ciò noi metallini siamo molto contenti.
 
 

Burial — Dreamfear/Boy Sent From Above

Genere: Future Garage

Copertina a cura di…non lo so, ma è la classica roba di XL Recordings
A due anni dagli EP Antidawn (molto ambientoso) e Streetlands (più sul suo stile) torna il buon William Bevan, in arte Burial, con un nuovo EP uscito dal nulla contenente due canzoni: Dreamfear e Boy Sent From Above. La prima mi ha ricordato molto alcuni suoi episodi danzerecci tipo Truant, che poi è il Burial che più preferisco. Invece la seconda traccia è più introspettiva e vicina ad alcuni episodi del bellissimo Rival Dealer. Tutto sommato un’ottima release di Burial, uno dei suoi migliori EP da un bel po’ di tempo per quanto mi riguarda
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp
 

Chelsea Wolfe — She Reaches Out to She Reaches Out to She

Genere: Dark Folk/Industrial

Copertina a cura di…non lo so, non ho trovato info in giro
A cinque anni dal precedente Birth of Violence, e dopo una serie di collaborazioni varie, in primis quella con i Converge per Bloodmoon I (disco che ritengo riuscito a metà) e con Jessie Gowrie per il decisamente più interessante Mrs. Piss, ritorna la nostra goticona americana Chelsea Wolfe, con questo She Reaches Out to. Come avrete sicuramente letto in giro per il web, questo disco rappresenta la fine dei problemi di droga e alcool della nostra Chelsea: tutto molto bello e mi fa piacere per lei, ma musicalmente non mi convince affatto. Per quanto ci sia qualche robetta interessante tipo l’iniziale Whispers in the Echo Chambers, i pezzi seguenti sembrano talmente tanto uguali da sembrare tutti la continuazione di quello precedente, e sotto sto punto di vista concordo appieno con la recensione di Jacopo Norcini Pala su Livore. Non so Rick…lo metto nella pila delle delusioni.
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp
 
 

Darkspace — Darkspace -II

Genere: Atmospheric Black Metal/Ambient

Copertina a cura di...non si sa



 
Dopo dieci anni da III I torna il trio svizzero guidato da Wroth, polistrumentista già molto apprezzato nel suo altro progetto Paysage d’Hiver. Ma se questi ultimi sono una celebrazione dell’inverno e della natura fredda, Darkspace invece celebra un altro tipo di freddo: quello gelido dello spazio, l’assenza di luce e aria. -II si presenta come un’unica traccia lunga 47 minuti (e tre estratti dati in pasto come singoli) dove beat elettronici industrial si uniscono a parti drone inframezzate da strumenti Black Metal. Onestamente mi ha annoiato per la sua eccessiva ripetitività e mancanza di guizzi, nettissimo passo indietro per il trio svizzero.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp
 

 

Gonemage — Spell Piercings

Genere: Post-Black/Nu Metal/Chiptune

Copertina a cura di…non si sa, forse dello stesso Brents?

Garry Brents non sta fermo un secondo: dopo i lavori con i Cara Neir, sua band principale, torna col suo progetto spin-off solista Gonemage. Dopo Astral Corridors e Celestial Invocation usciti lo scorso anno, arriva Spell Piercings, concept album su una bambola clown viola che trasporta il protagonista in un dungeon infestato di magia e mostri. Disco particolarissimo, capace di saltare dal nu metal “alla Korn” in Bouncing Scroll, ma anche a certi Slipknot dei primi tempi come su Sliced in the Chamber, a momenti puramente Black come la seguente Screambled. Disco che consiglio agli amanti del metal sperimentale.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp
 

Griffon — De Republica (🐐)

Genere: Black Metal

Copertina a cura di Adam Burke di Nightjar Illustration
Terzo disco per i francesi Griffon, uscito per un’ottima etichetta come Les Acteurs de l’Ombre (o LADLO per gli amici): fanno parte di quella frangia del Black Metal “storico” che tante gioie ha dato negli ultimi anni, Vehémence su tutti, infatti De Republica è un concept album basato principalmente su alcuni episodi repubblicani in Francia, a parte la seconda The Ides of March, basata sull’assassinio di Giulio Cesare. Disco assolutamente da non sottovalutare: è epico, è potente ed è fatto veramente con tutti i crismi di un ottimo disco di Black Metal storico. Una delle migliori release di febbraio, senza dubbio!
Potete acquistarlo dal Bandcamp della LADLO
 

Hulder — Verses in Oath

Genere: Black Metal

Copertina a cura di Liana Rakijian

Secondo disco per la belga trapiantata negli Stati Uniti Marliese Beeuwsaert, in arte Hulder, e dedita ad un Black Metal primitivo e debitore della “second wave”, in primis i Satyricon di Dark Medieval Times nell’uso dei synth. Dischettino interessante, soprattutto per chi vuole sentire qualcosa di classico e radicato negli anni ’90, meno per chi è più avvezzo a sperimentazioni varie. Che ci sta, eh, è il bello del Black Metal.
Potete acquistarlo dal Bandcamp di 20 Buck Spin.



Ihsahn — Ihsahn

Genere: Experimental/Extreme Progressive Metal/Rock

Copertina a cura di Ritxi Ostáriz e fotografie di Andy Ford

Febbraio è anche il mese del nuovo, omonimo, disco del nostro signore dei maglioni a girocollo: ovvero Ihsahn, il leader degli Emperor, IL Black Metal. Dopo due buoni EP usciti quattro anni fa (Telemark e Pharos), qui Ihsahn riprende un po’ il discorso che si era interrotto ben 23 anni fa con l’ambizioso e riuscito a metà Prometheus: The Discipline of Fire and Demise, quindi tante orchestrazioni e momenti che ammiccano al prog, ma la base è sempre il Black Metal epico e sinfonico che Vegard Sverre Tveitan ha sempre cercato di innovare con gli Emperor prima e da solista poi. Ihsahn è un buon disco, non arriva alle vette di Amr che per me resta il suo migliore da solista, ma è un buonissimo ascolto.


Morvigor — De Spiegel

Genere: Post-Black Metal

Copertina (bellissima) a cura di Frank Stolwijk

EP (anche se Metal Archives lo segna come demo, boh) per gli olandesi Morvigor, uscito per Onism Productions…gruppo che onestamente non ho mai ascoltato prima, ma hey, è un’uscita di Onism, una delle etichette che più apprezzo degli ultimi anni, quindi ho drizzato subito le antenne. In ogni caso i quattro sono dediti ad un Post-Black un pochino più diretto e meno sperimentale rispetto a quello dei colleghi Fluisteraars o Grey Aura, ma i due pezzi di De Spiegel sono decisamente interessanti per chi apprezza il lato più avanguardistico e meno ortodosso del Black. Se questo EP rappresenta un nuovo inizio per i Morvigor, avete la mia ascia.
Potete acquistarlo dal Bandcamp di Onism Productions
 

 

Necrowretch — Swords of Dajjal

Genere: Black/Death Metal

Copertina a cura di Manifest
 
Quarto disco per i francesi Necrowretch, e uscito a quattro anni dal precedente The Ones From Hell. Il 2 febbraio (il giorno del mio compleanno, che carini) è uscito Swords of Dajjal, disco ispirato all’equivalente anticristiano dell’islam, ed è una discreta bombetta Blackened Death. Non aspettatevi innovazione, perché non ne troverete: invece la quantità di riffoni scapoccioni e madonne cappottate è molto alta, e vi dirò, va bene così.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp
 
 
 

Offret — Затмение (The Eclipse) (🐐)

Genere: Post-Black Metal

Copertina a cura di…non si sa, forse lo stesso Prokofiev?

Secondo disco per la one man band russa Offret, progetto di Andrey Prokofiev, e dedito ad un Post-Black Metal opprimente, che come dice la pagina Bandcamp, ricorda molto i lavori di Amenra e Wiegedood. Qui mi sono fidato del lavoro di Onism Productions nel proporre gruppi del quale non ho mai ascoltato una nota, e il mio istinto ci ha preso: i 25 minuti di Затмение (The Eclipse) non sono assolutamente da sottovalutare, pur rientrando nel rango delle uscite poco strombazzate. Prokofiev ha delle ottime idee che riesce a sviluppare molto bene nei cinque pezzi dell’album. Hidden gem del mese?
Potete acquistarlo dal Bandcamp di Onism Productions
 
 
 

Ponte del Diavolo — Fire Blades From the Tomb (🐐)

Genere: Doom/Black Metal

Copertina a cura di...non si sa
 
Dopo tre EP di buonissima qualità, finalmente possiamo parlare del debut album dei Ponte del Diavolo, formazione torinese guidata dalla voce di Erba del Diavolo e dediti ad un miscuglio particolarmente originale di Black, Doom e Post-Punk. Questo primo disco uscito per una grande etichetta di genere come Season of Mist non delude affatto, e anzi, dimostra l’ottimo stato di forma di una scena metal italiana capace in pochi anni di cacciare realtà molto interessanti come i Messa o appunto i nostri torinesi. Sugli scudi la voce di Erba e le chitarre di Segale Cornuta e Nerium, ma anche il songwriting fresco. Bravi! Nota d’onore per la cover di The Weeping Song di Nick Cave & The Bad Seeds, impreziosita dalla voce di Davide Straccione degli Shores of Null.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp
 

 

Spectral Voice — Sparagmos (🐐)

Genere: Death/Doom Metal

Copertina a cura di Manifester

Uno dei dischi più attesi di quest’anno, il ritorno degli Spectral Voice, che per quanto sia un side project dei celebratissimi Blood Incantation, gode di una considerazione molto alta visto lo splendido debutto Eroded Corridors of Unbeing. Sparagmos (che io leggerò sempre SPARAGNAMOS, il bello della dislessia) è il nero più nero del nero, forse pure più del predecessore: qua i momenti più lenti, oserei dire Funeral Doom, sono più presenti e rendono più goduriose l’arrivo delle sfuriate Death Metal, tipo il finale di Sinew Censer. L’attesa non è stata vana, e Sparagmos è sicuramente uno dei dischi migliori di questo 2024 appena cominciato.
Potete acquistarlo dal Bandcamp di Dark Descent Records
 

Stygian Crown — Funeral For a King

Genere: Epic/Heavy Doom Metal

Copertina a cura di Kris Verwimp (e si vede)

(Ronnie James) Dio disse “let there be Doom” e gli Stygian Crown risposero “e Doom sia”. E quindi secondo disco per il quintetto americano guidato dalla potente Melissa Pinion, autori di un Epic/Heavy Doom ispirato ai maestri del genere, quindi Candlemass, Solitude Aeturnus e soprattutto Cirith Ungol. Cruz Del Sur Music solitamente non sbaglia un colpo quando si parla certo Metal epico, e Funeral For a King è l’ennesimo centro dell’etichetta romana: un disco molto ispirato di una band che sembra aver trovato la propria strada rispetto all’acerbo debutto.
Potete acquistarlo dal loro Bandcamp
 

 

Theophonos — Ashes in the Huron River (🐐)

Genere: Avant-garde Black Metal/Hardcore

Copertina (molto bella) a cura di Hafsteinn Viðar Ársælsson

Vi ricordate Jimmy Hamzey? Ne avevamo parlato lo scorso anno dopo la chiusura del progetto Serpent Column e la nuova rinascita come Theophonos. Bene, dopo un anno dal “debutto” Nightmare Visions è tornato con Ashes in the Huron River, che si pone come diretto successore di quel Mirror in Darkness che ha messo il progetto Serpent Column sulla mappa del metal estremo. Ed estremo è sicuramente il nuovo Ashes: convulso, dissonante, potente, e come dice lo stesso Jimmy, è il trait d’union tra la vita vissuta nel cuore del peggior capitalismo neoliberista e la vibrante scena underground degli ultimi due decenni. Gran disco.
Potete acquistarlo dal suo Bandcamp
 

Vircolac — Veneration

Genere: Death Metal

Copertina a cura di...non si sa

A cinque anni dal debutto Masque arriva la seconda fatica degli irlandesi Vircolac: Veneration esce per una “big” del genere come Dark Descent Records, e propone un Death Metal molto vario, tra rallentamenti Doom e accelerazioni Thrash. Un po’ sullo stile degli svizzeri Bølzer, ma meno sperimentali. Disco interessante, che improvvisamente migliora di livello dopo la metà (da Our Burden of Stone on Bone) in poi, una buona uscita “di secondo piano”.
Potete acquistarlo dal Bandcamp di Dark Descent Records
 


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